Scoprire la Val d’Orcia, tour in cabrio

Tra gli esempi più importanti di urbanistica medievale senese, San Quirico d’Orcia si colloca lungo la via Francigena, seguendo le orme dei pellegrini che si recavano verso i luoghi della cristianità. In cima ad una morbida collina, il borgo sorge sui resti dell’antico villaggio di Osanna.

Parcheggi disponibili all’interno della città.

Passeggiare tra le viuzze di San Quirico d’Orcia regala un senso di pace che ristora la mente e il corpo; una piccola oasi si apre all’interno del borgo: sono gli Horti Leonini, un giardino all’italiana realizzato sul finire del Cinquecento da Diomede Leoni. Un luogo in cui ritagliarsi un momento di sosta abbracciati da siepi geometriche.

Tappa imperdibile è la Collegiata di San Quirico e Giuditta, chiesa romanica in cui gli elementi gotici si mescolano con il Barocco. Tre portali consentono l’ingresso ai visitatori, tutti decorati da leoni.

Per gli appassionati di motori, tappa obbligata all’uscita del borgo senese dove, all’imbocco di un antico viadotto in cui campeggiano ancora le scritte inneggianti la Mille Miglia, è stata collocato un busto che rende omaggio ad uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo, Tazio Nuvolari.

Una visita a San Quirico d’Orcia non può esimere dal sorseggiare un ottimo calice di vino; nasce qui, infatti, la denominazione Orcia DOC di cui è protagonista indiscusso il Sangiovese.

Nei pressi di San Quirico d’Orcia, lungo filari di cipressi che costeggiano sinuose colline, sorge la Cappella della Madonna di Vitaleta, uno dei luoghi più suggestivi e fotografati della Val d’Orcia. Si tratta di una chiesetta rinascimentale sottoposta a tutela UNESCO, edificata su di un antico tabernacolo.

Per raggiungere la Cappella è necessario percorrere la Strada Provinciale 146 che collega San Quirico d’Orcia a Pienza; svoltare con l’auto non appena si individua il cartello che indica la Cappella, parcheggiare poco dopo e proseguire a piedi per una passeggiata di circa 1 km.

Attualmente non visitabile, la Cappella della Madonna di Vitaleta si erge tra le colline arse dal sole con la sua facciata in pietra di Rapolano. Fino al 1870 la chiesa conservava una statua in terracotta invetriata attribuibile ad Andrea della Robbia a oggi visibile a San Quirico d’Orcia.

Nei pressi della via Francigena sorge il borgo di Bagno Vignoni, frazione del comune di San Quirico d’Orcia in cui sgorgano acque termali che venero utilizzate già ai tempi della Roma antica. Numerosi i reperti archeologici che testimoniano la frequentazione di Bagno Vignoni da parte di illustri personaggi come Caterina da Siena e Lorenzo de’ Medici.

Un ampio parcheggio è disponibile appena all’ingresso del borgo.

L’attrazione principale dei Bagno Vignoni è sicuramente rappresentata dalla grande piscina termale situata nella piazza centrale: un’ampiezza di 29 metri per 49 di lunghezza ad accogliere la preziosa acqua calda. Le acque della piscina fuoriescono poi per dirigersi verso la ripida scarpata del Parco dei Mulini dove si trovano 4 mulini medievali scavati nella roccia.

Numerosi i localetti che cingono la piscina termale di Bagno Vignoni in cui gustare i prodotti tipici della Val d’Orcia: dai salumi di cinta senese al pecorino di Pienza, dai pici all’Aglione alle pappardelle al ragù di chianina. Tra i ristoranti consigliamo Porcellum, un delizioso ristorantino che saprà regale intense emozioni anche ai palati più sopraffini.

Frazione del comune di Montalcino, Castelnuovo dell’Abate nacque come possedimento dell’abbazia di Sant’Antimo. Divenuto castello attorno al 1210, verso la metà del XIII secolo è sottomesso alla Repubblica di Siena.

In seguito alla peste nera, Castelnuovo cade nell’oblio per poi essere annesso al comune di Montalcino nel XVIII secolo nell’ambito delle riforme amministrative varate dal granduca Leopoldo II d’Asburgo-Lorena.

Ampio parcheggio disponibile nei pressi dell’abbazia di Sant’Antimo.

Il monumento più importante del paese è senza dubbio l’abbazia di Sant’Antimo, un’antichissima abbazia situata tra vigneti ed uliveti, abitata per secoli dai monaci benedettini. Leggenda narra sia stata fondata da Carlo Magno ed arricchita dal suo successore l’imperatore Ludovico il Pio nell’814.

Una volta varcato il portone si è avvolti da canti gregoriani che echeggiano la storia di questo sacro luogo. Un esclusivo percorso di visita conduce il visitatore verso la Cappella Carolingia, la cripta, il loggiato superiore, la farmacia monastica e l’orto di San Benedetto (percorso La Via della Luce).

Diverse tipologie di prodotti alimentari realizzati secondo le ricette della secolare tradizione erboristica monastica sono acquistabili presso la farmacia monastica allestita nell’antica sala del tesoro: confetture, miele, tisane e caramelle a cui si aggiunge l’amaro di Sant’Antimo, un liquore realizzato con l’essenza dell’Erba Carlina, erba che i monaci di Sant’Antimo utilizzavano per preparare decotti curativi per i soldati dell’esercito di Carlo Magno colpiti dalla pestilenza.

Alle pendici del Monte Amiata si trova una località storicamente nota per le sue acque termali, Bagni San Filippo. Noti già ai Romani, i Bagni furono ristrutturati nel 1566 per volontà di Cosimo I de’ Medici.

Il nome dei Bagni San Filippo deriva dalla chiesetta dedicata a San Filippo Benizi che qui sostò nel 1269; leggenda narra sia stato proprio il santo fiorentino a far sgorgare miracolosamente le note acque termali.

Parcheggi lungo la strada che conduce al bosco.

Immersa in un bosco in cui confluiscono diverse sorgenti e pozze d’acqua calda, è situata una grande formazione calcarea che gli è valsa il soprannome di Balena Bianca. Qui l’acqua calda delle sorgenti incontra l’acqua fredda del fiume regalando una suggestiva scenografia che gioca tra i contrasti dell’azzurro delle piscine ed il verde del bosco.