Cosa vedere per le strade del Friuli Venezia Giulia

A pochi chilometri dal confine con la Slovenia, tra la penisola istriana e quella italiana, sorge Trieste, capoluogo del Friuli Venezia Giulia, ponte tra l’Europa occidentale e quella centro-meridionale.

Colonizzata dai romani verso la prima metà del I secolo a.C., con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente passò sotto il dominio bizantino fino al 788 quando fu occupata dai Franchi. Successivamente la città si pose sotto la tutela del duca d’Austria mantenendo l’autonomia fino al XVII secolo. Occupata dalle truppe di Napoleone, tornò nelle mani degli Asburgo nel 1813.

Il ritorno all’Italia avvenne nel 1918; con il secondo conflitto mondiale e la perdita delle terre istriane, la città visse un periodo buio. La sorte di Trieste, pretesa dalla Jugoslavia, rimase per lungo tempo incerta; solo con la firma del Memorandum di Londra del 1954, la città fu definitivamente restituita all’Italia.

Nell’area centrale della città sono presenti stalli a pagamento per la sosta lungo le strade; presenti anche aree di parcheggio coperte.

Spesso considerata semplice zona di passaggio per il transito verso la Croazia e la Slovenia, Trieste esercitò il proprio fascino su artisti e scrittori come Joyce e Stendhal. Immancabile una sosta in piazza dell’Unità; affacciati sul mare d’Europa di è abbracciati da sontuosi palazzi che con la loro eleganza ed il loro candore riempiono lo sguardo.

Per gli amanti dell’arte consigliamo la visita al Museo Civico Revoltella fondato nel 1872 da Pasquale Revoltella , una galleria d’arte moderna che oltre al prezioso mobilio conserva opere di celebri artisti tra i quali spiccano i nomi di Giovanni Fattori, Giorgio De Chirico, Arnaldo Pomodoro e Francesco Hayez.

Una passeggiata lungo il Molo Audace vi farà assaporare la frenesia della regata più grande del mondo, la Barcolana, gara velica che si tiene a Trieste nel mese di ottobre. Considerato il simbolo della città, il Castello di San Giusto domina dal colle guardando il mare. Altro simbolo della città, il Faro della Vittoria, monumento commemorativo dei marinai caduti durante la Prima Guerra Mondiale e celebrazione della vittoria italiana sull’Impero Austro-Ungarico.

A Trieste la contaminazione è di casa; la cucina si presenta come una fusione di culture in cui i sapori mediterranei si combinano con quelli esteri. Quindi non sorprendetevi se vi verrà proposto un piatto unico con pasta e secondo; gnocchi di pane, fusi istriani con sugo di carne, gulash e bollito, baccalà mantecato e merluzzo all’istriana. Si conclude in dolcezza, la putizza, un dolce di pasta lievita ripieno di frutta secca, cioccolato, uvetta, miele e cannella, o l’immancabile sacher, una golosità d’influenza viennese.

Dove mangiare tutto questo? Ma all’Osteria Bier Stube, accogliente trattoria in stile in centro che fa dell’accoglienza del cliente e della genuinità un proprio punto fermo.

Su di uno sperone roccioso nei pressi di Trieste si leva il Castello di Miramare, uno scrigno di storia e leggenda in cui soggiornò la principessa Sissi.

Innamorato di un mare limpido, Massimiliano I d’Asburgo acquista nel 1855 alcuni lotti di terreno su cui fa erigere il castello. I lavori terminano nel Natale del 1860; da questo momento Massimiliano e la sua consorte, Carlotta del Belgio, si stabiliscono all’interno della sontuosa dimora ancora non ultimata dove arte e natura si fondono in una creazione ricca di fascino che lambisce il mare.

Disponibile un parcheggio dedicato per i visitatori del castello.

Attrattiva principale, oltre ad un mare infinito che ritempra l’anima, il Castello di Miramare, un gioiello delle favole immerso in ventidue ettari di verde lussureggiante. Il candore del palazzo si staglia vigoroso sul promontorio a picco sul mare custodendo nelle sue stanze purpuree, frammenti di storia che si respirano grazie ad arredi e monili che catapultano i visitatori ai tempi di Massimiliano I.

Per una pausa golosa dopo un tuffo nella storia, la vicina Trieste saprà accontentare ogni buongustaio. Imperdibili la Jota, una minestra a base di crauti, fagioli, patate e pancetta, i Sardoni in savòr e le Fave di Trieste, un dolce a base di mandorle, uova e maraschino.

Noto come Isola del Sole, Grado rappresenta un importante centro turistico e termale del Friuli-Venezia Giulia. In epoca romana porto al servizio di Aquileia, si sviluppò nel 452 quando molti abitanti si rifugiarono sull’isola per sfuggire alle orde degli Unni comandati da Attila.  

Disponibili diverse aree di sosta, libere o a pagamento, in città, sia nelle zone centrali che in quelle suburbane. 

Grado è una cittadina di mare dal fascino veneziano in cui le pittoresche case dei pescatori si affacciano su viuzze cariche di storia. Imperdibile una visita in laguna per ammirare i casoni, caratteristiche abitazioni con il tetto in paglia un tempo abitate dai pescatori.

Da non perdere la Basilica di Sant’Eufemia, cattedrale del Patriarcato di Aquileia per più di otto secoli, che nel 579, il patriarca Elia consacrò in onore della martire Eufemia; l’interno, suddiviso in tre navate, presenta un prestigioso pavimento a mosaico del VI secolo ed un abside affrescata con Cristo attorniato da quattro santi. Sul campanile il segnavento è rappresentato da una statua veneziana in rame sbalzato raffigurante San Raffaele Arcangelo.

Centro storico, spiagge assolate e mare turchese costituiscono un’altra bellezza da non perdere a Grado; 11 km di spiagge sabbiose in cui si alternano aree verdi e stabilimenti attrezzati per le cure termali.

All’estremità orientale della laguna l’isola Bardana su cui sorge il Santuario di Santa Maria delle Grazie, santuario in stile neoromanico consacrato alla Vergine, meta di pellegrinaggio.

La vicinanza del mare non fa altro che influenzare la cucina di questa graziosa cittadina; tra i piatti tipici che prevedono pesce spicca il brodetto alla gradese, il boreto, declinato anche nella versione con sole seppioline: un piatto povero preparato dalle famiglie dei casoner, i pescatori dei casoni della laguna di Grado, cotto in una casseruola di ferro.

Importane centro fluviale, Aquileia fu fondata dai romani nel 181 a.C.; considerata la quarta città dell’Impero Romano, fu importante tappa commerciale grazie all’ampio porto e ad una buona rete viaria. La città raggiunse l’apice sotto il dominio di Cesare; distrutta dai saccheggi degli Unni di Attila (434-453 d.C.), con la crisi dell’Impero acquisì il volto del Cristianesimo.

Disponibili aree di parcheggio libere nei pressi del Museo Archeologico. 

Patrimonio Unesco dal 1998, Aquileia vanta numerose bellezze che valgono una visita e non solo: dalle testimonianze dell’Impero Romano sino a quelle del Cristianesimo, passando tra i tesori del Museo Archeologico e gli straordinari mosaici della Basilica Patriarcale.

Per meglio comprendere l’importanza di Aquileia nel circuito commerciale, fondamentale una visita al Porto Fluviale e al Foro, piazza principale della città romana; altra tappa imperdibile il Museo Archeologico Nazionale, un vero scrigno che al suo interno conserva importanti pezzi dall’alto valore storico-archeologico tra cui spiccano le statue di Ottaviano Augusto togato in segno verso le divinità,  e la statua del Navarca raffigurante un comandante navale.

Ma è la Basilica Patriarcale con il suo campanile ad essere il simbolo della città; dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato, la basilica fu ricostruita per ben quattro volte con una conseguente sovrapposizione degli strati che vanno dall’epoca teodosiana (prima metà del IV secolo) fino al XIV-XV secolo. Nell’interno dalle forme romanico-gotiche spicca un pavimento ricoperto a mosaici dall’alto valore simbolico (760 metri quadrati).

Una cucina basata su tradizioni contadine in cui spiccano minestre e zuppe come il Goulash, a cui si accostano prodotti più rinomati il prosciutto di San Daniele ed il prosciutto affumicato di Sauris. Tra i dolci spiccano la Putizza, una sfoglia dolce ricca di frutta secca, le creme Carsoline, la Gubana e il Presnitz, il tutto accompagnato da una tipica grappa friulana.